PASQUALE E MANUELA

Siamo Pasquale TAGLIAFIERRO e Manuela APRILE. Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere Mirella Solidoro quando era al termine della sua missione affidatagli da Dio Padre ed accettata sino alla fine con grande generosità. Eppure Mirella ha percorso questo cammino senza appannamenti o eclissi di fede e,  nonostante la sua malattia, accoglieva con grande entusiasmo coloro che quotidianamente andavano a trovarla a casa sua. Noi siamo stati tra questi. Un giorno ci siamo recati a Taurisano (LE) a casa sua per conoscerla anche perchè un nostro amico, Renato, ce ne aveva tanto parlato. Giunti sul posto, subito fummo colpiti da un evento che ricordiamo con tanta gioia. Infatti noi eravamo andati all’indirizzo della casa dove, per motivi di inagibilità, trovammo i lavori di ristrutturazione in corso. Chiedemmo ad alcuni ragazzini, che erano li vicino a giocare, dove fosse la nuova residenza e non appena facemmo il nome di Mirella subito ci risposero di seguirli. Erano forse più di una decina compresi anche due cani. Loro si avviarono correndo a piedi ed entusiasti di accompagnarci verso la casa del fratello di Mirella. Noi li seguimmo con la macchina, percorrendo quasi 500-600 metri. Quando arrivammo a destinazione tutti quei ragazzi ci fecero segno di entrare in una casa la cui porta era aperta. Io e mia moglie rimanemmo stupiti dall’atteggiamento di quei ragazzini che, con aria allegra e festosa, ci hanno condotto da Mirella correndo per quasi mezzo chilometro a piedi!!! Finalmente e timidamente ci avvicinammo all’uscio di casa o meglio dire di un garage adibito ad abitazionee il padre, Giuseppe, subito ci levò dall’imbarazzo invitandoci ad entrare e ci indicò la stanza dove stava Mirella. Fummo accolti con tanto amore...sembrava quasi che ci stava aspettando.


Incominciammo così a conoscere Mirella e successivamente, giorno dopo giorno, diventammo sempre più amici sino al punto che Mirella ci considerò fratello e sorella. Simpaticamente lei si sentiva come “protetta” da me a seguito del lavoro che faccio, Carabiniere. Per questo molte volte Mirella mi diceva che quando i suoi fratelli facevano i “monelli” lei gli diceva: “guardate che chiamo mio fratello Pasquale e vi faccio arrestare tutti quanti”. Per noi era una cosa insolita ricevere tanto affetto e ci domandavamo come può una persona amare così tanto un’altra che non ha mai visto, sconosciuta sino ad allora. Bisogna anche dire che Mirella non riceveva tutti indistintamente ma quando aveva delle percezioni non permetteva ad alcune persone di recarsi da lei ancor prima che queste entrassero in casa per la prima volta!!


Manuela ricorda ancora quando prese con la sua mano sinistra quella destra di Mirella e in quel momento sentì un profumo intenso ed un calore sulla mano che la accompagnò sino a quando, tornati a casa, si addormentò. Fu in quel primo incontro che lei la chiamò sorella. Quando ritornò da lei nuovamente, sentendo quel profumo intenso, chiese ingenuamente alla madre quale profumo o bagnoschiuma usasse per lavarla e lei rispose semplicemente……. “con la saponetta”. Non si comprendeva la provenienza di quel profumo, ma quando ci fu l’occasione raccontando a Mirella quello che aveva sentito, lei disse: “che bello, che bello”, niente di più aggiunse. Solo dopo la sua pasqua (passaggio) capimmo che era un meraviglioso profumo di santità, dono di Dio, e che ancor oggi si sente sul suo cuscino. La sua presenza si manifesta nella vita di Manuela con quel profumo e ha notato anche che io (Pasquale), impressionato ed illuminato, ritornai più volte da Mirella in quanto, grazie al suo amore, mi avvicinai di più a Gesù.

Frequentando Mirella abbiamo potuto constatare la sua grande gioia per essere stata scelta da Dio Padre per la Salvezza di tante anime e particolarmente quelle delle Purgatorio. A testimonianza di ciò ricordo ancor oggi quando io e Manuela avevamo deciso di andare in pellegrinaggio da Padre Pio a San Giovanni Rotondo e tra le mie intenzioni c’era quella di pregare affinchè lei guarisse, ma quando gli chiesi se avesse particolari proponimenti, si intristì e, come se mi avesse letto nel pensiero, disse di pregare affinchè Dio Padre seguitasse a dargli quelle sofferenze poichè erano le sole cose che lei poteva offrire. Io mi sentii smarrito a quella, per me, inconcepibile richiesta e gli dissi che non me la sentivo di pregare per una cosa del genere, ma lei continuò ad insistere così tanto, persino con le lacrime agli occhi e solo allora capii quanto era grande la sua fede. Durante i nostri incontri che si fecero sempre più frequenti negli ultimi tempi, ho osservato anche quanta dolcezza poneva nelle sue preghiere, i suoi occhi brillavano per l’emozione nonostante la sua cecità, malattia che io ho scoperto solo dopo alcuni giorni ed anche perchè me lo disse lei. Infatti mentre parlava ti guardava negli occhi in una maniera tale da non far percepire minimamente la sua infermità.

 

Dalla sua bocca uscivano sempre parole ricche di fede in Dio, di conforto, così incantevoli che alla  richiesta di come venissero fuori quelle parole mi rispondeva che non era lei che le diceva ma era Dio Padre che gliele suggeriva. Da quando ho conosciuto Mirella posso dire di essermi accostato ai sacramenti in maniera diversa da come io ero abituato. Infatti, mi fece capire quanto sia importante comunicarsi, andare a messa, pregare e soprattutto fare ciò con il cuore e non come se fosse routine. Pochi giorni prima che lei trapassasse mi chiamò e mi disse che per lei era giunto il momento di andare,  ma io naturalmente non ho creduto alle sue parole anche perchè non aveva sintomi tali da far presupporre ciò che lei diceva, anzi gli dissi: “cosa stai dicendo! Noi abbiamo ancora bisogno di te!!!” Con uno sguardo dolcissimo mi assicurò: “tu non puoi capire cosa significa stare tra le braccia di Gesù e in questo lettino posso fare ben poco mentre da lassù….”. Poi mi soggiunse di badare alla sua mamma e di non abbandonarla. Difatti, circa 15 giorni dopo lei fu ricoverata presso l’Ospedale di Tricase e il 04 ottobre 1999 trapassò da questa terra per andare sicuramente nella gloria di Dio.  

Di seguito alcune personali testimonianze di Manuela:

L’ACCOGLIENZA

Un giorno manifestai il desiderio di pranzare con lei. Gli volli preparare, con la contentezza nel cuore, i cannelloni al forno e lei, nonostante non riuscisse a deglutire, accettò riempiendomi di gioia. In seguito la mamma mi disse che lei non mangiava e che quel giorno fu un evento straordinario averla a tavola con noi, colmandomi ulteriormente di gioia perché capii quando bene ci voleva. In un'altra occasione lei riuscì a leggere nel mio cuore poiché io avevo voglia di rendermi utile, di fargli qualsiasi cosa e fu così che arrivarono la madre e la cognata (Ilaria) con uno yogurt per lei. Mi chiesero se volessi darglielo ed io ne fui così entusiasta ed onorata soprattutto quando ho saputo che nessuno, all’infuori della famiglia, aveva fatto ciò. Mi sentii ancora più sorella.


LA CONFESSIONE

Mirella, come già detto, leggeva nel cuore e nella mente. Un giorno mi invitò ad andare a confessarmi e quando gli dissi che lo avevo fatto due giorni prima, non mi rispose ed io gli chiesi aiuto per avere luce. Lei, come ad una bambina, mi prese la mano e mi guidò. Un’altra volta mi disse: “sai Manuela non sempre Gesù ci tiene in braccio, quando cresciamo bisogna che ci mettiamo in ginocchio ed aspettare l’illuminazione dello Spirito Santo”.


LA CHIAMATA AL MATRIMONIO

Intorno ai 18 anni sentii interiormente una chiamata alla vocazione esclusiva a Dio, ma parlai con la persona sbagliata. Incontrato Pasquale, ora mio marito, decisi di non raccontare più nulla di questa mia intenzione, ma un giorno Mirella mi disse: “se tu seguissi la strada che Dio ha preparato per te saresti felice, ma Pasquale rimarrebbe solo”. In quel momento ebbi la conferma che lei sapeva e che quella vocazione non era una mia fantasia. Il combattimento interiore così si riaccese e cercai con tutte le mie forze di capire cosa Dio volesse da me. Una sera, mentre ero ad un ritiro spirituale a Martina Franca della comunità Emmanuel, tre mesi prima di sposarmi ricevo una telefonata da Pasquale che era da Mirella la quale mi disse: “questa notte sarò accanto a te”. Terminata la comunicazione Mirella disse a Pasquale: “ forse questa notte Dio deciderà se sarà sposa Sua soltanto”. Così passai la notte insieme a Padre Mario ed altre due persone davanti al Santissimo in preghiera. Da quel giorno sento Mirella vicina in ogni situazione ed in ogni cosa o difficoltà chiedo aiuto a lei e tutto si risolve. Con la gioia nel cuore dico grazie a Dio che me l’ha fatta conoscere. Grazie a Dio ed a lei non ho messo più in discussione la mia scelta del matrimonio ma capii che nel giorno del matrimonio ci si sposa in tre e che lo sposo delle anime, che si presentano all’altare, è sempre Cristo.


L’ANGELO CUSTODE

Il giorno del matrimonio si avvicinava e quindi ci recammo da Mirella comunicando la nostra intenzione di invitarla e lei ci rispose: “ci sarò, ci sarò”. Sempre in quel giorno facemmo una foto insieme ed in quel momento ci disse che Dio le stava chiedendo di farci da Angelo Custode. Credo che in tutti questi anni ho sentito la sua vicinanza e l’aiuto in diverse situazioni. 


L’ARRIVO DELLA PICCOLA MIRELLA

Nel 2004 è arrivata nella nostra vita una stellina di bimba. La decisione sul nome da dargli è stata piuttosto combattuta. Nel mio cuore più passavano i giorni della gravidanza e più cresceva il desiderio di chiamarla Mirella, ma Pasquale era un po’ indeciso. Premettendo che ancor oggi io parlo con Mirella davanti alla sua foto, mi rivolsi a Lei e gli chiesi come fare per convincere Pasquale. Ed ecco l’aiuto. Una nostra amica, che non conosceva Mirella, ci disse di aver sognato una ragazza con i capelli neri e che questa gli chiese di dirci che se avessimo dato il nome di Mirella a nostra figlia lei sarebbe stata contentissima! A quel punto decisi e, soprattutto, contenti chiamammo nostra figlia “Mirella”.


GLI AMICI

Convinti di ciò che Mirella ci disse: “tutti i vostri amici sono i miei”, noi continuiamo a parlare e far conoscere questa persona straordinaria che è Mirella affinchè lei possa intercedere per tutti presso Gesù e la Madonnina.


ACCETTAZIONE DELLA CROCE DI GESU’

Un giorno per telefono le esprimevo alcune difficoltà e lei mi disse “non preoccuparti offrirò tali dolori per questa situazione” e di tutta risposta le dissi che non avrei voluto che nessuno soffrisse a causa mia. Lei mi rispose “allora non accetti la sofferenza che Cristo ha versato per te sulla croce”. Mi fece capire che chi soffre e offre viene visitato da Dio in maniera straordinaria. Dopo la sua Pasqua ho saputo tutta la sofferenza che c’era e c’è nella sua famiglia e mi chiesi com’è possibile respirare tanta pace, serenità, dolcezza ma, soprattutto, accoglienza ed amore. Infatti ho conosciuto famiglie dove c’è tanta sofferenza ma anche tanta disperazione. Nella famiglia di Mirella NO!!! E quindi l’insegnamenti che ho ricevuto è questo: “se la sofferenza si offre a Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo e di Maria SS. Si hanno i frutti dello Spirito Santo.